IL DIRITTO NELLA NOSTRA QUOTIDIANITA’

L’idea che la legge, e le regole da osservare che essa pone, abbia assunto nell’epoca contemporanea un ruolo preminente nella nostra vita ci proviene dall’esperienza che ne facciamo ogni giorno. Possiamo toccarlo con mano se dobbiamo iscrivere a scuola nostro figlio, relazionarci all’amministratore di condominio, presentare un progetto edilizio o chiedere un permesso qualsiasi che necessiti di un minimo iter procedimentale.

Via via più rapidamente le scartoffie di cellulosa sono migrate su piattaforme digitali ma non sono per questo divenute meno ingombranti. Capita spesso di dover compilare moduli, identificarci con strumenti telematici, barrare virtualmente caselle e soprattutto prestare consensi sul trattamento dei nostri dati con un semplice clik e su contenuti talora complessi sui quali difficilmente ci soffermiamo. Non sappiamo mai bene cosa cediamo e cosa otteniamo in cambio e l’uso ormai compulsivo dei device, dei social e della messaggistica digitale, ci pone di continuo su un crinale di connessione amplificata, se non esasperata, con gli altri quando non persino con entità informatiche che simulano l’interazione umana. Una vera e propria accelerazione digitale.

Confrontarci con una simile dinamica richiede allora una consapevolezza sempre maggiore del modo di muoverci in questo ambiente complesso, di esercitare i nostri diritti e le nostre libertà ma anche di conoscerne limiti.

D’altra parte, l’idea che il diritto abbia a che fare così intimamente con le nostre vite non è certo nuova, anzi ha radici piuttosto lontane. Senza rimontare ad epoche troppo remote, viene da pensare all’idea illuministica e kantiana di un diritto che è l’insieme delle condizioni necessarie perché le singole volontà possano relazionarsi le une con le altre in un contesto regolato “secondo la legge generale della libertà”.

Dobbiamo dunque accettare la presenza di questo compagno di viaggio?

Probabilmente sì, tenendo però a mente che ciò che rileva in questa prospettiva è proprio quella matrice relazionale del diritto che la storia ci tramanda.

Anche se non ci si approccia al diritto con lo spirito dell’addetto ai lavori, è possibile assai più prosaicamente acquisire sempre maggiore familiarità con le sue forme e manifestazioni accogliendo l’idea che ormai si tratti sempre più di una vera e propria chiave di decodifica della realtà che ci circonda e senza la quale l’esercizio stesso delle nostre facoltà, e soprattutto delle nostre libertà, potrebbe risultare almeno in parte compromesso.

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